Cosa accadrebbe se Alice varcasse la dimensione di Wonderland? Quanto labile
diverrebbe il confine tra lucidità e follia? Una strega, un sortilegio e un
libro sono il principio di tutto. Alice non è più la bambina sprovveduta che
vagheggiava tra labirinti di carte. È una giovane innamorata, alla ricerca
della propria identità. Per trovarla viaggerà nel tempo e oltre il tangibile.
Scrittori, scienziati, circensi e matti sono i suoi compagni in uno
straordinario viaggio verso una meta impossibile. Sottomondo non è mai stato
così sopra. Che la magia abbia inizio, la tana del coniglio vi aspetta.
Inizio col dire
che la favola classica di Alice nel Paese delle Meraviglie, non è mai stata una
delle mie preferite. Un mondo completamente senza senso, con personaggi matti e
eserciti di carte, mi sembrava più inquietante che rassicurante.
Nonostante ciò,
Alice from Wonderland mi attirava e ho seguito l'istinto.
Sono contenta di
averlo fatto perché questa Alice mi è piaciuta davvero molto, dalla prima
all’ultima pagina.
“Chi di noi non
si è mai perso? Bisogna perdersi per ritrovarsi.”
È quello che
succede ad Alice… Astrid… Marianna…
Chiunque lei sia,
non sa di esserlo!
“Come mi comporterei io, se fossi io?”
Alice, viene
trovata da una famiglia abbiente, mentre girovaga per le strade di Guildford
senza alcun ricordo del proprio passato.
"Ecco, non conoscere la meta era forse peggio
di non sapere che strada avessi percorso prima. Il passato è già avvenuto. Non
si può far nulla per cambiarlo. Ma il futuro bè… se non sai chi sei, non hai
idea di chi puoi diventare e non hai armi per arrivarci incolume.”
I Richardson, che
hanno perso una figlia a causa della poliomielite, accolgono Alice con loro
senza immaginare che quell'accoglienza si trasformerà per la ragazza in una
reclusione, e che quella casa diventerà le sbarre di una vita che non è la sua.
“Un occhio era blu
cobalto e l’altro verde muschio. Tremai. Non per paura, certo. Anzi, avevano un
non so che di affascinante e c’era bellezza nell’imperfezione delle sue iridi.
Tentennai, semplicemente perché lo conoscevo. E non lo conoscevo.”
L’incontro con il
Cappellaio è come una breccia nella sua memoria, una crepa che si sgrana all'interno del suo cuore e le fa capire di non potersi abituare ad un’identità
che le è stata cucita addosso da qualcun altro.
Cambia città,
nome, vita. Comincia daccapo. Incontra fin anche qualcuno che pensa di amare
fino al momento in cui si scontra con Edmund. Il suo tocco è come un velo che
si squarcia e lei riemerge dalle nebbie e dai vapori ricordando tutto.
Se pensate che vi
abbia già svelato troppo sappiate che siete solo all'inizio della storia.
Alice from
Wonderland è un retelling molto originale, c’è amore, amicizia, magia; reale e
surreale si mischiano insieme dando origine ad atmosfere fantasy che convivono
con elementi (e persino personaggi) storici.
I personaggi della
favola classica mantengono intatte le loro caratteristiche ma nello stesso
tempo si trasformano in qualcosa di più, ampliando la loro personalità, uscendo
dal libro e assumendo una consistenza reale: chi meglio del Bianconiglio
potrebbe essere un orologiaio? Chi più della regina rossa può vendere rose da
verniciare?
Ma quello che non
ci si aspetta, la vera rivoluzione del personaggio sta in Algar, il Brucaliffo
come non l’avete mai visto prima!
Anche Alice è
diversa dalla ragazzina audace e intrepida che ricordiamo, la realtà la rende, a
tratti, più cauta e sebbene questo mi abbia lasciato, a primo acchito, un po’ perplessa,
devo riconoscere che in fondo è giusto così: la realtà è un muro contro cui ogni
follia è destinata prima o poi a infrangersi o, almeno, a ridimensionarsi. Inoltre,
Alice si riprenderà ben presto la sua follia, che la condurrà a intraprendere
un viaggio con tutti i suoi amici matti.
Un viaggio alla ricerca della cara vecchia Wonderland ma nello stesso tempo un
viaggio nell'amore.
"L'amore è folle. L'amore cos'è se non un tuffo nel vuoto senza paracadute? è un atto di fede, una confessione, così come una preghiera o un'opera d'arte. L'amore è un'altalena che oscilla tra sogno e realtà"
"L'amore è folle. L'amore cos'è se non un tuffo nel vuoto senza paracadute? è un atto di fede, una confessione, così come una preghiera o un'opera d'arte. L'amore è un'altalena che oscilla tra sogno e realtà"
Lo stile dell’autrice
è oltremodo suggestivo. Alessia Coppola non scrive. Dipinge.
La penna è un
pennello tra le sue mani e ti fa assistere ad un tramonto calato in una tazza
da tè, ad un cuore crivellato da spilli o alla nebbia che ti si appiccica
addosso come zucchero filato al
palato.
Le similitudini
escono dalla sua penna come carte dal cappello di un prestigiatore e non puoi
che restarne a bocca aperta.
Le affinità con la
favola originale ovviamente non mancano ma soprattutto, l’autrice ne ripercorre
il messaggio: nulla è impossibile se ci affidiamo alla parte più folle di noi
stessi e osiamo dove i cauti non azzardano avventurarsi.
Cinque sognanti orchidee
nere per Alice from Wonderland.
Grazie mille. ^_^
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