domenica 19 giugno 2016

La battaglia dei pugnali recensione

HO LETTO E RECENSITO:
La battaglia dei pugnali di Marie Lu


“Pensano di potermi escludere, ma non importa quante serrature montino all’ingresso.
C’è sempre un'altra porta.”


 

Titolo: La battaglia dei pugnali (Young Elites vol1)
Autore: Marie Lu
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 285
Prezzo ebook: € 4,99 

Adelina Amouteru è una sopravvissuta. Dieci anni fa il suo Paese è stato colpito da un’epidemia. Sono morti quasi tutti, e i pochi bambini rimasti in vita sono stati marchiati per sempre dalla malattia. I bei capelli corvini di Adelina sono diventati color argento, le sue ciglia bianche, e l’occhio sinistro è sostituito da una brutta cicatrice. Il suo crudele padre la considera un’appestata, una maledizione per la casata degli Amouteru. Ma i sopravvissuti hanno acquisito anche straordinari poteri magici, per questo la popolazione li chiama “Giovane Elite”.
Teren Santoro è al servizio del re, dirige l’Inquisizione: il suo compito è scovare i sopravvissuti della Giovane Elite e annientarli. Lui li considera malvagi, eppure è lo stesso Teren a nascondere grandi ombre nel suo cuore.
Enzo Valenciano fa parte della Compagnia della Spada, un gruppo segreto all’interno della Giovane Elite, nato con il compito di combattere l’Inquisizione. Ma quando incontrerà Adelina, scoprirà che la ragazza possiede poteri che mai nessuno ha avuto prima e cercherà di convincerla a combattere al suo fianco.

Ho letto questo libro (il primo di una trilogia)  tutto d’un fiato finendolo in pochi giorni ma scrivere la recensione è stato molto più arduo. Non perché qualcosa mi sfuggisse della vicenda ma perché volevo cercare di rendere al meglio il mondo a cui l’autrice ha dato vita.
Premetto inoltre che non ho letto Legend la trilogia precedente dell’autrice (che di certo recupererò) e che quindi mi sono avvicinata a questo libro senza aspettative né attese.
Il mondo costruito dall’autrice è ricco e dettagliato, diviso in regni ognuno con un proprie usanze e una propria moda nel vestire. Ci troviamo in un’ambientazione cinquecentesca che aggiunge un ulteriore fascino alla vicenda.

La maggior parte della storia di questo primo capitolo si svolge a Estenzia e anche se è una città immaginaria non ho potuto fare a meno di avere, per tutto il tempo, davanti agli occhi Firenze.

 Dopo il dilagare nel regno della febbre sanguigna molte cose sono cambiate.
Tutti gli adulti colpiti sono morti ma i bambini superstiti non ne sono usciti indenni.
Il morbo li ha cambiati nell’aspetto deturpandone i visi, deformandone i corpi e alterandone in modo inconsueto il colore dei capelli.
Le chiamano creature imperfette, le umiliano e le degradano. Sono la vergona e lo scarto della società.
Alcune tre esse sono dotate di poteri sovrannaturali e perciò prese di mira dai regnanti e perseguitate dall’inquisizione (e da Taren) che le vuole morte.


“Tutti parlavano sottovoce di queste creature imperfette. La maggior parte le temeva e le chiamava demoni. Ma segretamente io le ammiravo. La gente diceva che riuscivano a far apparire il fuoco dal nulla. Potevano chiamare il vento. Controllare le bestie. Scomparire. Uccidere in un batter d’occhio”.

La nostra protagonista Adelina Amouteru è una di loro.
Ha il potere di creare illusioni, di modificare la realtà agli occhi esterni.
Ma il suo potere si nutre di rabbia e paura e questo non le consente di avere presa salda sui propri poteri.

“La rabbia sale dentro di me mischiandosi alla paura. Non morirò qui oggi.
Stavolta giungo nel profondo della mia mente e alla fine afferro lo strano potere che stavo cercando. Il mio cuore vi si abbarbica disperatamente.
Il mondo si ferma.”

Penso che l’autrice sia stata molto ardita nel proporci una tale protagonista ma anche che il suo coraggio sia stato premiato. Dopo tante principesse dal volto sublime, ed eroine pronte a dare la propria vita per salvarne un’altra, ci troviamo di fronte LEI.
Lei non è perfetta. Uccide. È vendicativa. È subito chiaro che non sia un eroina.
Non può salvare nessuno se non è riuscita nemmeno a salvare se stessa da un'infanzia infelice.
Non è bella o almeno non secondo i canoni classici.
Ha i capelli argentei e un’orribile cicatrice dove c’era il suo occhio sinistro.
Inoltre porta in sé il peso dell’oscurità.

“Col fuoco tutt’intorno a noi, con la mano bollente di Enzo contro la seta del mio abito, con le sue parole nelle orecchie e il mio corpo ancora tremante per gli attacchi degli altri, la combinazione di paura, odio, rabbia e desiderio finalmente si fondono in una cosa sola. Riesco a sentire un’incontrollabile oscurità crescere dentro di me, milioni di fili che congiungono ogni cosa nel mondo, la malvagità dentro Enzo, l’iniquità all’interno di tutti coloro che ci circondano crescono finché sono in grado di sfiorare e chiudere la mia mente attorno a una manciata di questi fili e tirarli. L’oscurità si inchina a me, bramosa del mio abbraccio”.

Scampata alla cattura dell’Inquisizione entra a far parte della segretissima compagnia del pugnale e addestrata dal capo in persona: Enzo Valenciano.

Dal momento in cui i due si guardano per la prima volta intuiamo già che non riusciranno a resistersi.

“Odora di fumo ed emana calore da ogni centimetro del suo corpo. La mia testa si appoggia stancamente contro il suo petto. Sono troppo stanca per lottare, ma ci provo ancora. Tutto ciò che mi circonda galleggia in un oceano di tenebre”.


Enzo è nobile d’animo e non solo. È di sangue reale, il legittimo erede al trono di Kenettra, bandito dopo essere stato colpito dal morbo per le sue imperfezioni. Enzo può manipolare il fuoco.

“Fa schioccare le dita. Una piccola fiamma prende vita sui suoi polpastrelli, lambendo avidamente l’aria al di sopra di essi. A differenza di qualunque cosa io abbia creato durante il rogo, questo fuoco pare reale, il suo calore altera lo spazio intorno e scalda le mie guance.”

Il suo aspetto gentile però non induce in inganno, anche lui sa essere uno spietato assassino. Assassino e gentiluomo nella stessa persona è disposto a tutto per recuperare il trono e riabilitare le creature imperfette agli occhi del mondo.
L’ho adorato dal primo momento e solo in seguito, scoprendo l’amore dell'autrice per il videogioco Assassin’s Creed, mi sono resa conto di quanto somigliasse nell'indole a Ezio Auditore.

I personaggi sono il punto forte della storia. Ognuno di loro è descritto nei dettagli, ha il suo spessore all’interno della storia, e ogni specifico potere concorre al risultato finale.

Lo stile è scorrevole ci trascina nell’atmosfera senza mezze misure. Non mancano i colpi di scena. Uno tra tutti, un finale davvero scioccante e inaspettato.

Per quante parole abbia speso per questa storia vi assicuro che non sono abbastanza, l’unico modo per calarsi nella vicenda e deliziarsi della sua atmosfera è leggerla.

Buona lettura a tutti.